Interessante articolo, oggi, su “Il Secolo XIX” a pagina 17. Interessante a partire dal titolo: «La gang degli aborti clandestini». Ma come? Non ci avevano detto che grazie all’osannata Legge 194/’78 la piaga dell’aborto clandestino era stata sconfitta? L’amara verità – amara e clandestina, è il caso di dirlo – è che gli aborti clandestini rimangono. La stessa relazione ministeriale sull’attuazione della 194 presentata lo scorso 4 agosto, a pagina 3, spiega che gli aborti clandestini, in Italia, si verificano a migliaia – almeno 15.000 casi – ogni anno. Stima – viene precisato – «relativa allanno 2005 (ultimo anno per il quale sono disponibili tutti i dati per calcolare gli indici riproduttivi necessari per lapplicazione del modello stesso). Si ricorda che questo dato riguarda solo le donne italiane, in quanto non si dispone di stime affidabili degli indici riproduttivi per le donne straniere». Ora, tenuto conto «del sempre più rilevante contributo delle donne straniere» all’aborto, c’è quindi da pensare che quei 15.000 aborti clandestini siano in realtà una sottostima bella e buona del fenomeno. Ma anche se 15.000 fosse una stima corretta – e certamente, come abbiamo visto, non lo è – significa che oltre 40 donne al giorno nel nostro Paese abortiscono in totale clandestinità. Dimenticate, sole, come se non esistessero. Domanda: dove sono le femministe, i radicali e i corifei dell’utero-è-mio-e-lo-gestisco-io? Che fine hanno fatto? Ancora in ferie? Fiato sprecato, direte voi. E avete ragione: loro che non si curano degli aborti legali – ossia di migliaia di bambini a cui viene impedito di nascere e di altrettante donne che, abortendo, moltiplicano la loro solitudine ed il loro dolore – figurarsi se possono provare interesse per quelli illegali. Che oltretutto credono, nella loro testa, di avere sconfitto. Poveretti.