Di fronte al dramma di qualcuno che arriva a togliersi la vita, c’è sempre da interrogarsi. Se poi questo qualcuno è un giovane di appena 14 anni, gli interrogativi si dilatano subito ben oltre la cerchia dei suoi conoscenti, finendo col coinvolgere quanti vengono raggiunti da una notizia tanto assurda e dolora. Il caso del ragazzino di Roma, quartiere San Basilio, che l’ha fatta finita gettandosi dal balcone di casa, è certamente una tragedia che non solo non lascia indifferenti, ma non lascia pace. E stimola una profonda riflessione.
Anche perché il giovane, in un biglietto e su una pen drive, pare abbia indicato le ragioni del suo malessere:«Sono omosessuale, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia» [1]. Parole che raccontano di un dolore straziante dinnanzi al quale è oggettivamente impossibile volgere lo sguardo altrove e non farsi cogliere da una fortissima amarezza. Un’amarezza che il circuito politico e mediatico, sempre attivo anche in piena estate, ha subito tradotto nella necessità di una legge contro l’omofobia.
Ad una strumentalizzazione tanto cinica si potrebbe replicare che, se da un lato è stato rilevato, anche in Italia, che «un terzo dei gay e un quarto delle lesbiche» hanno coltivato pensierci suicidari «e che il 6% ha provato» ad uccidersi [2], d’altro lato la letteratura sull’argomento, frutto di ricerche eseguite anche in Paesi di cultura libertaria e con nozze gay legali da anni, è tutt’altro che univoca nel ricondurre ad un clima sociale ostile la suicidalità fra gli omosessuali [3], posto che questa differenza, rispetto alla popolazione eterosessuale, sembra più alta nel caso dei gay che in quello delle lesbiche [4].
Potremmo cioè tentare di affrontare l’argomento conferendogli, per quanto possibile, taglio scientifico. Ma a prescindere dagli esiti cui si potrebbe giungere – che potrebbero essere, come abbiamo visto, meno scontati e lineari del previsto – rimarrebbe comunque un interrogativo: è giusto approfittare del suicidio di un ragazzino per avviare un dibattito sociologico o psicologico su un tema dove peraltro non sembrano esservi certezze? No, non lo è. Perché la morte di quel giovane è troppo drammatica e particolare per affondare nel mare anonimo delle statistiche.
Il dolore della famiglia, degli amici, di chi lo ha conosciuto ed ora si trova a dover fare i conti con domande enormi e cariche di tristezza, merita poi più rispetto: da parte di tutti. Rispetto e, per chi ci crede, preghiera. Mentre quanti non si fanno e non si sono fatti alcun problema ad imbracciare il dramma del suicidio di un giovane omosessuale per chiedere una legge contro l’omofobia – senza pealtro dirci come e perché detta norma avrebbe potuto, se vigente, salvargli la vita – farebbero bene, una volta tanto, a scoprire davvero il rispetto di cui si amano riempirsi la bocca.
Anzitutto piantandola di speculare su ogni tragedia per la loro “causa”, arrivando anche ad inventare casi di omofobia (ricordate, lo scorso novembre, il caso del suicidio del 15enne di Roma dichiarato vittima dell’omofobia, salvo poi scoprire che non era né omosessuale né vittima di episodi di bullismo? [5]), e poi andandosi a studiare, una volta tanto, il nostro Codice Penale, che, ex art. 580, già persegue l’istigazione al suicidio, anche se questo non dovesse avvenire, con pene fino a cinque anni di reclusione. Quello che le nostre Leggi non puniscono abbastanza, invece, è il cinismo di chi strumentalizza i drammi altrui. E si vede.
Note:[1] Orlando E. “Sono gay, tutti mi prendono in giro”:si uccide a 14 anni gettandosi dal terrazzo. «Repubblica.it», 11/8/2013; [2] Barbagli M. – Colombo A. Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, Il Mulino, Bologna 2007, p.61; [3] Cfr. Mathy R.M. – Cochran S.D. – Olsen J. – Mays V.M. (2011) The association between relationship markers of sexual orientation and suicide: Denmark, 1990-2001.«Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology»46(2):111-7; De Graaf R. – Sandfort T.G. – ten Have M. (2006) Suicidality and sexual orientation: differences between men and women in a general population-based sample from the Netherlands. «Archives of General Psychiatry»; 35(3):253-62; Sandfort T.G. – de Graaf R. – Bijl R.V. – Schnabel P. (2001) Same-Sex Sexual Behaviour and Psychiatric Disorders: findings from the Netherlands Mental Health Survey and Incidence Study (NEMESIS). «Archives of General Psychiatry»; 58(1):85-91; [4] Barbagli M. – Colombo A. Op. cit. p. 62; [5] Cfr. Le lettere dei compagni di A. “Non era omosessuale. Sua vicenda strumentalizzata”. «Tempi.it», 23/11/2012.
lilla ha detto:
Se si rispondesse con tanta prontezza a chi si suicida perché non ha lavoro, non ha di che sfamare i figli, magari non perché non si impegna a lavorare, ma perché lo stato non paga i suoi debiti ai privati. Subito leggi per emergenza lavoro. Purtroppo non è così i nostri governanti continuano a litigare e a ciurlare nel manico su questioni marginali che distraggono la gente da problemi creati da quanto hanno rubato, mangiato e da quanto sono corrotti.
Il problema del ragazzo che si suicida è un problema di tutta rilevanza, bisogna anche vedere la famiglia in che condizione versava, forse anche una famiglia più serena meno presa da tanti problemi avrebbe saputo forse essere attenta ai segnali che un ragazzo manda anche attraverso silenzi o altri piccoli segni che genitori attenti possono cogliere, oppure insegnanti attenti avrebbero potuto interrogarsi sul disagio di un alunno e aiutarlo, non gettiamo la colpa sempre sul generico facendo una schifosa demagogia per distogliere la gente su colpe gravi come quelle di ridurre una nazione alla povertà, togliere le cure ai malati di cancro e tanto altro che sta accadendo dentro le nostre case, sotto i nostri occhi.
Una società più giusta, una famiglia più sostenuta, un clima di onestà e serenità gioverebbe a tutti e forse ci sarebbe più spazio per dare attenzione ai giovani e alle loro problematiche che dovrebbero sempre essere al primo posto in un contesto di una società civile e attenta al benessere della sua popolazione.
lilla ha detto:
Il mio commento precedente era di carattere sociale e contro la politica del governo.
Il mio commento di ora è di vicinanza alla famiglia, perché come mamma e come professionista nel campo dei bimbi e dei giovani, so come sia difficile capire e seguire i ragazzi nelle loro problematiche profonde. Non mi voglio addentrare in cose che non conosco, ma credo che i ragazzi passino una fase particolare e credano di avere delle tendenze, magari con un buon accompagnamento psicologico si sarebbe riusciti a trovare un equilibrio, perché a 14 anni non c’è niente che si possa definire definitivo, tutto è in fermento e in formazione.
Poi voglio esprimere la mia vicinanza con la preghiera perché ogni ragazzo potrebbe essere anche un figlio ed è con lo stesso dolore che vivo questo dramma comprendendolo profondamente.
io ha detto:
Perchè NON SI INGENA IL RISPETTO PER LA VITA? PERCHè NON SI INSEGNA A LOTTARE FINO ALL’ULTIMO RESPIRO SENZA PREOCCUPARCI DI QUANTO CI COSTA, DELLE SCONFITTE CHE INCASSIAMO, DELL’IMPROBABILITà DEL SUCCESSO? PIUTTOSTO CHE SCEGLIERE SEMPRE CIò CHE è FACILE TRA CIò CHE è GIUSTO E CIò CHE è FACILE? PIUTTOSTO CHE INSEGNARE QUESTE IDEOLOGIE CHE INDUCONO A QUESTO DOLORE ATROCE, FACENDO SENTIRE LA GENTE DIVERSA, A TAL PUNTO CHE SI SUICIDA? Se il RAGAZZO SI è SUICIDATO è COLPA VOSTRA E DI QUELLI COME QUESTO CHE HA SCRITTO L’ARTICOLO!! LA VITA É UNA COSA PREZIOSA CHE NON BISOGNA BUTTAR VIA GLI STUPIDI CHE SE LA TOLGONO SONO UGUALI A DEGLI ASSASSINI!! NON C’è MOTIVO O SCUSANTE CHE VALGA PER IL SUICIDIO NEANCHE LA MANCANZA DI LAVORO, FIGURIAMOCI UN’ASSURDA IDEOLOGIA CHE FA STAR MALE LA GENTE!! IL DELITTO, IL SUICIDIO, LA DROGA SONO CRIMINI DEL TUTTO INACETTABILI!! QUESTO LO CAPIREBBE QUALSIASI PERSONA RAZIONALE, A QUELLA RAZIONALITà, A CUI TANTO AMBITE, MA CHE NELL’EVIDENZA DEI FATTI, VE N’É BEN POCA!! SCUSATE LA DUREZZA MA QUESTE COSE CHE VANNO OLTRE GIUSTIZIA MI FANNO INCAVOLARE NERA, E AL POSTO DI INSEGNARE I VERI VALORI DELLA VITA, COME IL RISPETTO PER ESSA, IL RISPETTO E LA COMPRENSIONE PER GLI ALTRI, PASSIAMO IL TEMPO A DIFFENDERE IDEOLOGIE DOLOROSE PORTANDO COME SOSTEGNO IL SUICIDIO CHE É UN CRIMINE CHE VA OLTRE LA GIUSTIZIA? VERGOGNATEVI!!
giulianoguzzo ha detto:
Mi spiace si sia incavolata, ma se penso abbia letto un altro articolo. Nel mio non c’è nessuna volontà di mancare di rispetto a nessuno, tanto meno quella di far sentire “la gente diversa”. Saluti.