Sui temi etici è possibile, il più delle volte persino scontato che si abbiano opinioni differenti. Ciò che è decisamente meno scontato è il modo col quale i dibattiti su temi tanto delicati sono organizzati nelle trasmissioni radiotelevisive. C’è infatti la sensazione – ma ormai è molto di più di una sensazione – che ormai in Italia, allorquando si parla di diritti civili, nozze gay o adozioni da parte degli omosessuali, è fondamentale osservare una regola: ridicolizzare chi ritiene che la famiglia naturale sia quella fondata sul matrimonio fra un uomo ed una donna.
Un assaggio di questo “trattamento speciale” lo si è avuto nell’ultima puntata di Porta a Porta, durante la quale, presentando il film Tutta colpa di Freud, si è colta l’occasione per soffermarsi, per l’appunto, sull’argomento dei diritti delle coppie omosessuali. Ora, tralasciando il merito della questione, è interessante osservare la distribuzione degli ospiti in studio che, fra l’altro, erano piuttosto numerosi: gli attori Marco Giallini, Claudia Gerini, Alessandro Gassman, Anna Foglietta, Vittoria Puccini e Laura Andriani – tutti interpreti del citato film -, la giornalista Sonia Raule, lo psichiatra Paolo Crepet, il professor Stefano Zecchi e i politici Carlo Giovanardi e Anna Paola Concia.
Totale: undici ospiti più il conduttore, Bruno Vespa. Ebbene, quando in studio si è aperto il confronto sul tema delle nozze ed adozioni gay, la situazione è precipitata lasciando Carlo Giovanardi solo contro gli altri nove ospiti (il professor Zecchi si è astutamente tenuto fuori dalla diatriba) a sostenere un punto di vista che, evidentemente, oggi attira più scandalo della peggiore pornagrafia: quello per cui un bambino ha diritto a crescere con un padre ed una madre. Una verità orribile contro la quale, senza che Vespa fiatasse, i nove ospiti si sono scatenati facendo passare Giovanardi come un esemplare preistorico misteriosamente scampato all’estinzione.
Ripeto: anche astenendosi dall’entrare nel merito della questione, come si fa non cogliere la logica politica, anzi dittatoriale che soggiace ad un simile modo, peraltro ricorrente, di impostare i dibattiti? Come si fa a non vedere che, se persino in una trasmissione come Porta a Porta – che ha pure fama d’essere di area democristiana, come il suo conduttore -, chi sostiene che la famiglia sia quella che nasce dal matrimonio fra un uomo ed una donna viene messo alla berlina, significa che l’eterofobia sta prendendo il sopravvento? Possiamo accettare tutto questo senza provare un briciolo di nostalgia per il senso autentico del termine “democrazia”?
Anche perché da una recente rilevazione è emerso che solo per il 2% degli Italiani le unioni civili sono priorità. Non sarebbe stata dunque impresa impossibile, ieri notte, invitare sulle poltrone di Porta a Porta persone con lo stesso pensiero di Giovanardi. E invece no: sempre lui, tutto solo. Una tattica anche questa – piuttosto scorretta – per trasmettere l’idea che solo Giovanardi e qualche suo isolato sostenitore hanno ancora quella concezione di famiglia: tutti gli altri, invece, sì che sono aggiornati. Peccato che Giovanardi abbia tre figli, ed è dunque facile immaginare che saranno quelli come lui, piaccia o meno, a dare un futuro all’Italia.
Sì, proprio così: il futuro sono le famiglie “tradizionali”: con le coppie etero che scelgono di non avere figli e con le coppie omosessuali che ne adottano uno o due – fermo restando che si tratta di una percentuale di coppie che non arriva al 5% del totale -, Italia ed Europa non hanno un futuro e sono destinate a diventare, come stanno già diventando, realtà sul viale del tramonto. Ma questo a Porta a Porta non è stato detto, ovviamente. L’importante era ripetere la filastrocca obamiana che l’amore è amore e ridicolizzare, accerchiando il noto politico modenese, l’idea della famiglia naturale: missione compiuta. Ma i conti, alla fine, li faranno i figli, anzi i nipoti di Giovanardi. E ci sarà da divertirsi.
emanuele ha detto:
E’ lo scopo primario della politica all’italiana: distogliere gli italiani dai problemi che loro sentono come primari.
Non mi prendere in giro ma la mia stima per Renzi che sembra lottare in tutti i modi per fare questa stramaledetta legge senza dover inchinarsi a tutti i tabernacoli della via cresce sempre più.
La politica è votata al procrastinare, illudere, raggirare. chi non lo fa sembra un corpo estraneo.
mercuriade ha detto:
Per fortuna non l’ho visto, avevo previsto che finisse così…
AlphaT ha detto:
Senza contare che, se Giovanardi fosse bravo a difendersi e non fare brutte figure, a fare il tordo da infilzare inviterebbero un altro, più ridicolo ancora.
Giulio ha detto:
La puntata di ieri sera a Porta a Porta è stata penosa per la ciurma messa su contro Giovanardi. Concordo con l’articolo.
Perchè chiamare soltanto una persona a discutere di certi temi contro tutti gli altri? Non è molto corretto.
Poi la “giornalista” Sonia Raule che dice che “tutte le ricerche in America dicono che…”….ma alla richiesta di Giovanardi su quali fossero ‘ste ricerche la risposta è stata “tutte”. Certo oggi basta appellarsi a queste fantomatiche e generiche ricerche per avvallare qualsiasi cosa (tanto si spera che veramente ne abbiano fatta almeno una). Intanto non si sa ne chi abbia fatto queste ricerche e ne dove siano state pubblicate.
Invece se proprio vogliamo cominciare a fare qualche nome citiamo pure Mark Regnerus che è stato (ovviamente) duramente criticato dagli esponenti LGBTEcc.
Parliamo anche della “testimonianza” del ragazzo della Sardegna cresciuto soltanto con la madre. Anzitutto potevano per par conditio mostrare anche altre testimonianze di chi è uscito dall’omosessualità….così giusto per far vedere che ci sono diverse esperienze.
Xstmail ha detto:
Il problema principale è che non si può fare corretta informazione e sarà anche peggio dopo che la legge “omofobia” potrà essere applicata.
Ormai si relativizza tutto e la famiglia è una di quelle cose che stiamo relativizzando.
Daniele ha detto:
Vespa, per bilanciare il “plotone” formato da Paola Concia e dall’intero cast del film (tutti schierati dalla parte dei matrimoni gay), non si sarebbe dovuto limitare ad invitare Giovanardi, ma avrebbe dovuto invitare anche qualcuno di questi: Paola Binetti, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi, Angelino Alfano, Micaela Biancofiore, Rocco Buttiglione, Giuseppe Fioroni, Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Roberto Formigoni…, più qualche rappresentante di Manif pour Tous e Sentinelle in Piedi…
La lobby LGBT dice che i gay sono discriminati: invece a guardare la puntata di “Porta a Porta” di ieri sera l’unica discriminata sembrerebbe essere, piuttosto, la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna.
Daniele ha detto:
Secondo me (e non solo), la trasmissione di Vespa, più che “Porta a Porta”, dovrebbe chiamarsi “Da una Porta all’Altra”.
Perché?
Perché secondo me Vespa, pur di non venire depennato dal palinsesto della Rai (che è l’azienda televisiva di Stato, che è influenzata dal Governo di turno e che è l’azienda presso la quale Vespa lavora ininterrottamente dagli anni ’60), è disposto a cambiare continuamente casacca (cioè passare, appunto, “Da una Porta all’Altra”), accettando, di volta in volta, di fare da cassa di risonanza alle idee politiche espresse dal personaggio politico più in voga in quel momento, salvo poi cambiare diametralmente linea editoriale qualora la maggioranza degli italiani accordasse la propria preferenza ad un nuovo esponente politico che la pensa in maniera opposta a quello che c’era prima.
Se Vespa è apparso democristiano è perché la DC era al Governo in quegli anni.
Se avesse governato il PCI, avremmo avuto un Vespa comunista.
In questo momento, i sondaggi dicono che Renzi, cioè colui che appena eletto Segretario del PD disse, tra le varie cose, che l’Italia deve “urgentemente” varare una legge sulle coppie di fatto, agli italiani piace.
Perciò Vespa, secondo me, si sta adeguando, e sta quindi passando dal baciare le mani di Berlusconi al “benedire” i matrimoni gay voluti da quel PD di cui Renzi è Segretario. Anzi, d’ora in poi dovremmo forse chiamarlo “Compagno Vespa” e lo vedremo pure truccarsi da drag-queen e fumarsi una canna in diretta tv (farebbe da testimonial ad un’altra proposta di legge che il PD ha recentemente ritirato fuori: la legalizzazione delle droghe “leggere”).
Sono io che penso male? O quello che dico è vero? Giudicate un po’…
Toscomaltese ha detto:
Io ho adottato una soluzione radicale:
Ho rinunciato al televisore.
Da tre anni e passa, e sto veramente meglio. Soprattutto mi arrabbio meno.
Maria Rita Polita ha detto:
Non guardo la televisione ho letto il suo commento alla trasmissione su “Tempi”. Condivido appieno il suo giudizio, ma non concordo pienamente sulla critica al silenzio del conduttore e sulla “solitidine” di Giovanardi. Il Ministro sa fare il suo lavoro. Per il resto che la società civile, a partire da quanto vede e sente (con le proprie orecchie, NON per sentito dire), sappia far andare il cervello..non dietro inutili “pensate” ma a partire da FATTI, è una responsabilità che ciascuno si deve prendere. Il Popolo NON E’ bue, checcè molti politici e magistrati pensino o sperino.
Maria Rita Polita
Daniele ha detto:
Basta rivedere la puntata di “Porta a Porta” di giovedì scorso per accorgersi che, invece, Vespa è stato in silenzio ed ha lasciato Giovanardi da solo a vedersela con un intero “plotone” schierato dalla parte della lobby LGBT.
Qui il link al video:
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-01-23&ch=1&v=318218&vd=2014-01-23&vc=1
Daniele ha detto:
Comunque oggi pomeriggio a “Quelli che il calcio” si parlava delle “Teorie assurde del cantante Povia”. Nicola Savino ha concluso dicendo: “Comunque tra queste bisogna menzionare anche ‘Luca era gay, adesso sta con lei'”.
È evidente che la lobby LGBT (di cui la televisione è portavoce) non riconosce a Luca Di Tolve (persona realmente esistente e realmente uscita dall’omosessualità) ed agli omosessuali che sentono il bisogno di fare un analogo percorso di uscita dall’omosessualità il diritto ad intraprendere tale percorso…