Ultimamente se ne parla molto, soprattutto in relazione a quanto sta accadendo in Egitto. Eppure molti ignorano l’identità storica ed ideologica dei Fratelli Musulmani. Una lacuna cui è opportuno porre rapidamente rimedio sia per l’autorevolezza e la popolarità di questa organizzazione presso il mondo musulmano, sia perché spesso al centro di critiche talora assai aspre, che la vorrebbero assidua fiancheggiatrice del terrorismo.
I Fratelli musulmani sono stati fondati dall’educatore egiziano Hasan al-Banna (1906-1949) noto come «l’imam martire», il quale, dopo aver frequentato al Dar’ al-‘Umh – letteralmente la «casa delle scienze», ossia l’università – del Cairo, venne inviato a Isma’iliyya, città sede della Compagnia del canale di Suez. Qui iniziò un’intensa opera di proselitismo che, nel marzo 1928, culminò appunto con la fondazione dei Fratelli Musulmani [1]. Ma il vero ideologo del movimento fu Sayyid Qutb (1906-1966), che si unì all’Associazione nel 1953 diventandone in breve il responsabile della propaganda. A lui sono attribuite esternazioni assai violente come quella per cui «l’Islam è chiamato per necessità al combattimento se vuole assumere la guida del genere umano. Essere musulmano significa essere un guerriero, una comunità di credenti perennemente in armi» [2]. Non stupisce quindi che i seguaci di questa realtà puntino, ancor prima che all’islamizzazione di altre società, alla re-islamizzazione del mondo egiziano e arabo in generale [3].
Sul piano teologico, poi, i Fratelli musulmani si sono distinti sin dalla loro comparsa per una dura contestazione sia alle tendenze riformiste e moderniste, sia a quelle riconducibili al «socialismo arabo» che ha il suo testo canonico di riferimento nella Filosofia della rivoluzione (1954) di Nasser, il leader del movimento Liberi ufficiali, responsabili, nel ’52, della fine della monarchia di re Faruk (1920-1965)[4]. Secondo lo studioso Campanini, buona parte delle peculiarità di questo orientamento devono essere ascritte al pensiero del già citato Qutb, il quale «proietta il concetto islamico in una dimensione di intangibilità che di fatto lo rendere metastorico e quindi autosufficiente, e conferisce a questa meta storicità una giustificazione ben precisa: la costanza e l’inossidabilità dei valori eterni della religione» [5]. Una considerazione che ci agevola ulteriormente nella comprensione dei motivi che purtroppo complicano la possibilità di un dialogo con questa associazione che ha proprio nel rifiuto preventivo del dialogo – assimilato a forma di velenoso contagio – e in certo ossessivo tradizionalismo religioso la propria ragion d’essere. Facile, anzi inevitabile, se si parte da queste premesse, il ricorso alla violenza.
Note: [1] Cfr. R. Redaelli, Il fondamentalismo islamico, Giunti 2004, p. 47; [2] Cfr. C. Eid, Fratelli musulmani, l’irresistibile ascesa, “Avvenire”, 8/3/2006, p. 3; [3] Campanini M. I Fratelli Musulmani in AA.VV. Egitto. Dalla civiltà dei faraoni al mondo globale, Jaca Book, Milano 2007, p. 147; [4] Cfr. C. Saccone, Allora Ismaele s’allontanò nel deserto… I percorsi dell’Islam da Maometto ai nostri giorni, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1999, p. 298; [5] M. Campanini, Islam e politica, Il Mulino, Bologna 1999, pp. 233 – 234.
lilla ha detto:
Grazie di queste informazioni, io ero una di quelle persone che non conosceva bene questa realtà. Mi spiace molto che sia precluso il dialogo perché tutto così diventa molto difficile e pericoloso. Che Dio ci aiuti.
Gabriella Tescaro ha detto:
Se come cristiana accolgo tutti i musulmani come persone da amare in Cristo Gesù, dall’altra sono consapevole che io per loro non lo sono affatto, perche’ ritenuta infedele. Quindi sono accogliente, ma senza ingenuità. Se hanno come obiettivo di sbudellarmi all’occorrenza, proprio in quanto “infedele”, di loro non mi fido. Allora che amore cristiano è il mio? Non lo so. Un amore pridente? Non voglio correre rischi. Corriamo davvero questo pericolo in Italia, in Europa? Ancora una volta non lo so, ma con le nostre scelte di apertura civile, umana e cristiana ne abbiamo creato e continuiamo a crearne i presupposti. Tutti fondamentalisti come loro, allora? No, ma accorti. Io penso che se ad un segnale prestabilito, tutti gli islamici in Italia si riversassero sulle strade contro di noi per la “santa necessità” di islamizzarci, sarebbero talmente tanti che nella sorpresa non sapremmo come difenderci. Sento da fonti credibili che aspirano a fare di Roma una citta’ islamica. Magdi Cristiano Allam ne è convinto. Io stimo molto Magdi e la sua professionalità. Papa Francesco è aperto ai musulmani nell’Amore di Dio e ci invita, come Gesù, a questo amore, tuttavia non credo sia un invito a credere nel Corano e alla resa in caso di persecuzione. Se l’amore di Dio continua a fare i martiri, e’ perche’ l’amore di Dio continua a fare anche i miracoli. I cuori si aprono all’amore. Che lo Spirito Santo ci aiuti a stare nell’Amore, “semplici come colombe e prudenti come serpenti”. Proprio in questi giorni un “serpentello” se ne stava tutto appallottolato vicino ad un sasso, in giardino. I miei gattini, temerari, lo toccavano tentando una sua qualsiasi reazione, ma ritraendo subito la zampina. (Brrr!) Serpentello o biscia che fosse, era molto prudente nei suoi movimenti, e ci guardava con i suoi occhi cauti e freddi di chi sa cosa fare anche quando è accerchiato. Chiamammo i vigili del fuoco (classico) che lo liberarono in aperta campagna. Anche delle tortore arrivano nel mio prato a beccuzzare i semi di girasole e paiono beate di raccogliere in abbondanza, spiccando tuttavia il volo in un baleno se mi avvicino… (ahimè, non sono San Francesco!) Immagini bucoliche di una casalinga? Preferisco pensare al Vangelo vivo. Gesu’ è maestro. Come allora.
investigator113 ha detto:
Fratelli mussulmani. Come non ricordare Caino e Abele. La venuta di Cristo era ancora lontano, quindi il concetto di fratellanza non rientrava nell’animo umano. Ecco in Egitto e in tutta l’area islamica sono ancora ai tempi di Caino e Abele. Solo quando scopriranno il Cristo e metteranno da parte Allah potranno accettare la civiltà Occidentale e tutto cambierà in nome della democrazia.