Che pur di giustificare l’aborto si tolleri il razzismo, benché possa sembrare incredibile, non è purtroppo una novità. Non negli Stati Uniti almeno, dove la cosiddetta “interruzione volontaria della gravidanza” – tre parole dalla parvenza rassicurante per occultare un’unica, orribile realtà – è da tempo il più formidabile metodo di eliminazione di soggetti di colore. Infatti, se già era noto che oltre il 36% delle donne che abortiscono sono nere [1] – benché solo il 12,9% della popolazione sia nera o afroamericana [2] – da rilevazioni più recenti si è appreso come fra il 2007 ed il 2009 il tasso di aborti procurati fra queste donne sia purtroppo aumentato del 4%, passando da 481 a 501 aborti ogni 1000 nati vivi.
Tutto questo, peraltro, in un contesto di diminuzione del fenomeno del 3% fra le donne bianche, che ha fatto segnare un passaggio da 143 a 138 aborti ogni 1.000 nati [3]. Sono dati oggettivamente allarmanti, che vanno nella direzione di una vera e propria decimazione della gente di colore. Non sarà una decimazione effettuata come esecuzione di ordini politici, ma la sostanza, in realtà, è la medesima. Con risultati dai numeri oggettivamente incredibili, tanto sono gravi. Un caso tristemente emblematico a questo proposito è quello dello Stato del Mississipi, dove per un censimento del 2010 i bianchi sono il 59,1% mentre i neri appena il 37%, eppure – secondo quanto emerso in questi giorni – il 72% degli abortiti sono bambini di colore. Non solo: fra il 1995 ed il 2010 i bambini bianchi abortiti sono stati 14.529, quelli neri 39.052 [4].
Ora, lo abbiamo già detto altrove ma, a scanso di equivoci, ci teniamo a ripeterlo: un figlio abortito è una vittima innocente sempre e comunque. Il colore della sua pelle o il colore gli occhi non aggrava e non attenuta la gravità di un crimine che è già, di suo, della massima gravità possibile, tanto più in uno stato di diritto. Tuttavia è singolare che sotto la presidenza del nero Barack Obama, di fatto, si verifichi la più sistematica e regolare, ancorché non prestabilita, eliminazione di persone di colore di tutti i tempi. Chi conosce certi retroscena obamiani ribatterà che tanto singolare, questo fenomeno, poi non è. C’è un fatto che, in ogni caso, rimane purtroppo singolare: l’indifferenza dell’opinione pubblica di fronte ad un massacro che neppure il più esaltato dei razzisti arriverebbe ad immaginare. Riusciremo, riusciranno gli americani a sopportarlo ancora a lungo?
Note: [1] Cfr. Pazol K. –Gamble S.B. – Parker W.Y. – Cook. D.A. – Zane S. B. – Hamdan S. (2009)Abortion Surveillance. United States, 2006. «National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion»; 58(SS08);1-35; [2] Cfr.State&CountyQuickFacts,«U.S.CensusBureau»:quickfacts.census.gov/qfd/states; [4] Cfr. Pazol K. – Creanga A.A. – Zane S.B. – Burley K.D. – Jamieson D.J. (2012) Abortion Surveillance. United States, 2009. «National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion»;61(SS08);1-44; [4] Cfr. Chapman M.W. In Mississippi, 72% of the Babies Aborted Are Black, 25/2/2014: «cnsnews.com».
investigator113 ha detto:
Per le nuove generazioni abortire è ormai una pratica acquisita, fa parte della vita di una donna. c’è la legge e quindi si può fare. certo per una donna nera che mal vien tollerata causa il razzismo la tentazione è maggiore abortire. Forse la fa star meglio con se stessa più difronte agli uomini che non davanti a Dio. Speriamo che il mondo cambi.
Tamra Hyde ha detto:
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Tamra Hyde
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giulianoguzzo ha detto:
Removed. Thanks!
Stella ha detto:
Articolo interessante! Ma dico io perché così tutto ingiusto! Chi cerca l’aborto invece stanno le copie con problemi di salute che fanno di tutto per avere un figlio. Cmq con il permesso vorrei condividere la mia esperienza positiva per quanto riguarda la clinica di maternità Ucraina del prof Feskov. loro sono veramente angeli.